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“A casa, un diffusore Sonus faber non deve disperdersi esteticamente nell’ambiente circostante. È più vicino all’idea di scultura che di arredo, è vera arte più che una semplice diffusore acustico”.

Jules Coleman definisce così i diffusori Sonus faber valorizzando tra le caratteristiche principali l’identità “visiva” riconoscibile attraverso il design oltre che alla ricerca della perfezione del suono, rendendoli così sempre riconoscibili nel tempo.

L’ascolto

Coleman dice di aver avuto nella sua stanza d’ascolto diffusori acustici giganteschi che però non erano in grado di “energizzarla” e invece di averne avuti altri molto più piccoli che, se correttamente installati, erano in grado di produrre una tempesta di energia musicale.

Anche se visivamente imponente, Il Cremonese è riuscito a “fondersi” totalmente nell’ambiente, producendo un’immagine sonora variabile a seconda della registrazione.

Tutto ciò ha reso il Cremonese uno trai i diffusori più convincenti che l’autore abbia mai ascoltato e questo ci rende molto orgogliosi.

 Conclude Coleman:

“Ciò che è stato particolarmente affascinante è stato il senso di fluidità della riproduzione sonora. Molti diffusori acustici “parlano lingue diverse” in tutto lo spettro udibile: bassi prominenti, medi-bassi dinamici, medi articolati, alti arretrati. Naturalmente si tratta di un continuum, ma è raro trovare un diffusore acustico che parli attraverso una sola voce e in un’unica lingua in tutta la gamma di frequenze e in tutto lo spettro musicale. Gli ultimi diffusori con questo tratto caratteristico che ho ascoltato sono i SOUND Lab 845 e li considero uno dei più grandi traguardi raggiunti nel mondo della riproduzione musicale domestica degli ultimi 10 anni. Il Cremonese di Sonus faber condivide questa straordinaria caratteristica.

 

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